All’aperto, sulle piazze, i sipari colorati promettevano ai romani fantastiche esperienze, avventurosi viaggi, acquatiche traversate e spericolati sorvoli sulla città. "Quando veniva questo fotografo, veniva tutti gli anni, e tutti gli anni quello variava: [...] un anno portava un telone de' na maniera, un anno portava dell'altro; quando venne con l'apparecchio [l'aereo] ne avrà scattate a migliaia e migliaia" (Formato famiglia, una ricerca sull'immagine, Roma, De Luca, 1981:118). I sipari consentono foto di gruppo, ma anche della persona situata in un contesto surreale; l'effetto comico di una "fortissima inverosimiglianza raggiunge il suo culmine con i paraventi dipinti dei vecchi fotografi da fiera [...], dove per il volto c'è solo lo spazio ovale ritagliato all'interno di una quinta dipinta, piatta e spudoratamente falsa" (Michele Smargiassi, Un'autentica bugia: la fotografia, il vero, il falso. Roma, Contrasto, 2009, p. 116).