Le immagini di Graziella Urbinati scattate nel 1950 a via della Penitenza e altre strade di questa zona di Trastevere, in cui l'artista abitava, attestano il suo sguardo neorealistico, e insieme una sensibilità amorevole nei confronti di un'infanzia rappresentata da bambini che giocano su strada o che vengono sorpresi sulla soglia del negozio familiare. L'insieme di immagini proviene dalla collezione di Urbinati, che nel 2007 le consegnò personalmente alla Biblioteca della Casa della memoria e della storia; parteciparono infine al Concorso Trastevere: le trasformazioni del rione dall'Ottocento ad oggi, organizzato dal Centro Ateneo per lo Studio e l'ufficio studenti dell'Università Roma Tre, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Roma.
Nel secondo dopoguerra, Urbinati partecipa a un 'gruppo aperto' di pittori che, nell'ambito della corrente realistica, ritrae la nudità delle periferie e i quartieri più popolari di Roma, tra cui Portonaccio, da cui il gruppo prende nome. Vi aderiscono il poeta romano Elio Filippo Accrocca - che pubblica nel 1949 la raccolta di poesie Portonaccio con la presentazione di Giuseppe Ungaretti -, e gli artisti Marcello Muccini (1926-1978), Lorenzo Vespignani (1924-2001), marito di Urbinati, disegnatore, incisore e pittore, Achille Perilli, Armando Buratti (1924-2018), Spartaco Zianna e Fausto Pinata (vedi Rita Giannini, Cronologia, in Tonino Guerra, L' infanzia del mondo: opere 1946-2012, a cura di Luca Cesari, Milano, Bompiani, 2018).